Siega di Troia, (1250 a.C.). Nessuna guerra ha avuto una presa più tenace sull’immaginazione occidentale di quella dell’assedio di Troia (1250 a.C.), come riportato nell’Iliade di Omero. Per molto tempo si è pensato che fosse solo una leggenda, ma recentemente è stato suggerito che potrebbe anche far parte della storia.
Quando Afrodite, dea greca dell’amore, promise la donna più bella del mondo al principe Paride di Troia, nessuno dei due si preoccupò troppo del fatto che lei fosse già sposata. Paride salpò per la Grecia, rapì Elena di Sparta e la portò a casa con sé. Non temeva – e nemmeno considerava – le conseguenze, che sarebbero state davvero gravi. Il marito di Elena, Menelao, chiamò a raccolta tutti gli eroi delle città della Grecia: uomini come suo fratello Agamennone, re di Micene, Achille, quasi invulnerabile alle ferite, e Aiace, invincibile in guerra. Attraversando l’Egeo, i Greci posero l’assedio a Troia. Periodicamente, guerrieri troiani come Ettore emergevano per scambiare discorsi di sfida con il nemico e impegnarli in piccole scaramucce e duelli. Infine, disperando di prendere la città d’assalto, i greci seguirono uno stratagemma proposto dall’astuto Odisseo: fingendo di ritirarsi e di togliere l’assedio, lasciarono un grande cavallo di legno, apparentemente come un dono propiziatorio per i troiani. Dopo che il cavallo fu portato in città, guerrieri nascosti emersero dal suo corpo cavo durante la notte per aprire le porte ai greci, ora tornati in forze.
Nel 1868, l’archeologo tedesco Heinreich Schliemann affermò di aver trovato il sito di Troia su un promontorio tra il Mar Egeo e i Dardanelli a Hisarlik, in Turchia. Gli studiosi, a lungo scettici, sono ora d’accordo che questa città potrebbe essere stata un avamposto dell’impero ittita, e che avrebbe potuto facilmente entrare in conflitto con la potenza mercantile di Micene.
Perdite: Sconosciuto.
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