L’Associazione degli Istituti Americani del Cancro, AACI, ha premiato il co-fondatore della Nike, Inc. Phil Knight e sua moglie, Penny, con il premio AACI 2020 “Champions for Cures” in riconoscimento della loro “filantropia trasformazionale che avanza la nostra visione comune di un futuro senza cancro.”
In un comunicato stampa, l’AACI ha detto che i cavalieri hanno dimostrato il loro impegno per la comunità del cancro per oltre un decennio, a partire da un dono di $100 milioni nel 2008 che è stato utilizzato per reclutare i migliori e più brillanti ricercatori a OHSU.
Nel 2015, OHSU ha annunciato di aver raggiunto una sfida di raccolta fondi di 500 milioni di dollari impostata dai Cavalieri, raccogliendo 1 miliardo di dollari per la ricerca sul cancro. La Knight Cancer Challenge ha raccolto il sostegno di donatori in ogni stato della nazione e in 14 paesi. I donatori sono stati ispirati dai piani per il primo programma su larga scala del suo genere dedicato a trasformare radicalmente la diagnosi precoce dei tumori letali.
In un video messaggio di accettazione del premio, Phil Knight parla della sua motivazione per dare alla ricerca sul cancro, ricordando il ricordo di una zia preferita che è morta di cancro al seno, così come suo padre che è morto di leucemia. Ha anche condiviso la sua perenne “ricerca della saggezza”, compreso il suo incontro con il direttore dell’OHSU Knight Cancer Institute Brian Druker, M.D., che ha definito “saggezza in abiti umani”. Sarà curato mattone per mattone in un lungo periodo di tempo”, ha detto Knight. “Ma credo sinceramente che Brian Druker e la sua squadra a OHSU sarà uno di quei mattoni, e Penny e io non possiamo avere un’eredità più grande di questo.”
Druker ha presentato il premio ai Cavalieri attraverso una presentazione video virtuale in cui ha detto che la generosità dei Cavalieri avrà “senza dubbio un impatto sulle generazioni a venire.”
Druker ha ricordato quando Knight ha annunciato la sua rivoluzionaria sfida filantropica: “Quando il signor Knight ha annunciato il suo dono in sfida, ha detto alla folla: ‘C’è una chiamata più alta che curare il cancro?’ Ha parlato eloquentemente di come ognuno di noi ha il dovere di continuare a fare miracoli. Quelle parole risuonano ancora con noi oggi.”
Per saperne di più sul premio Champions for Cures e l’AACI.
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