Philip Kosloski – pubblicato il 03/11/18
Il Rito Romano ha linee guida molto specifiche sul processo.
Dall’Ultima Cena la Chiesa Cattolica ha celebrato una festa eucaristica che presenta pane e vino che sono miracolosamente cambiati in corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo.
Tuttavia, la Chiesa cattolica ritiene che non si possa usare un pane o un vino qualsiasi e ha linee guida specifiche che ne regolano la creazione.
Nel Rito romano (il Rito orientale sarà trattato in un articolo separato), il Codice di diritto canonico stabilisce le basi del processo di produzione del pane e del vino.
Can. 924 §1. Il santissimo sacrificio eucaristico deve essere offerto con pane e con vino in cui si deve mescolare un po’ d’acqua.
§2. Il pane deve essere solo di frumento e di recente produzione in modo che non ci sia pericolo di deterioramento.
§3. Il vino deve essere naturale del frutto della vite e non rovinato.
Can. 926 Secondo l’antica tradizione della Chiesa latina, il sacerdote deve usare pane azzimo nella celebrazione eucaristica ogni volta che lo offre.
L’istruzione Redemptionis Sacramentum aggiunge alcune altre qualifiche.
Segue quindi che il pane fatto con un’altra sostanza, anche se è di grano, o se è mescolato con un’altra sostanza diversa dal grano in misura tale che non sarebbe comunemente considerato pane di grano, non costituisce materia valida per conferire il Sacrificio e il Sacramento eucaristico. È un grave abuso introdurre altre sostanze, come frutta o zucchero o miele, nel pane per la confettura dell’Eucaristia.
Il vino che si usa nella santissima celebrazione del Sacrificio Eucaristico deve essere naturale, dal frutto dell’uva, puro e incorrotto, non mescolato con altre sostanze.
Ci sono alcune eccezioni alle regole di cui sopra, comprese le ostie a basso contenuto di glutine e una forma di vino permessa a coloro che non devono consumare alcol. In generale, comunque, queste regole di base governano quale tipo di pane e vino può essere usato a Messa.
Molte aziende sono specializzate nella creazione di questo tipo di pane, comprese molte comunità di suore. Per esempio, la comunità passionista di Erlanger, Kentucky, prepara ogni giorno il pane che viene usato dalle parrocchie di tutti gli Stati Uniti. In un articolo per Loyola Press, viene spiegato il processo dettagliato.
Iniziano la loro giornata di lavoro mescolando acqua e farina per fare la pasta. Nel 1951, quando il monastero ha iniziato a fare il pane per l’altare, misuravano la farina e l’acqua con dei misurini. Ora che l’attività si è estesa a 100 parrocchie in tutta la nazione, devono misurare con delle bilance.
La pasta viene versata sui “panettieri”, una macchina simile a una piastra per cialde, tranne che invece di una griglia, il simbolo Chi-Rho è impresso sul pane. Una volta che i piatti da 14 pollici sono cotti, vengono impilati e conservati durante la notte in un umidificatore in modo che possano essere tagliati senza rompersi il giorno dopo. Le piastre inumidite vengono assemblate in pile di 72 e tagliate in cialde di piccole e medie dimensioni. Una volta tagliate, le ostie si asciugano in vaschette, per essere poi confezionate dalla 91enne suor Paul per la distribuzione.
Si crede generalmente che Gesù abbia usato pane azzimo nell’Ultima Cena e secondo alcuni studiosi, “La loro ipotesi più accreditata è che il vino sarebbe stato simile all’odierno Amarone, un vino rosso italiano fatto con uve che sono state essiccate prima della fermentazione”. Per queste e altre ragioni spirituali il Rito Romano si attiene agli ingredienti più semplici per la materia che diventa il corpo e il sangue di Gesù Cristo.
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