Dagli anni ’60, i sintetizzatori rivoluzionari di Bob Moog hanno continuato a trasformare la musica popolare come la conosciamo. Ecco sette pietre miliari della musica popolare che non suonerebbero come suonano senza un po’ di tecnologia Moog.

Scopri di più su Moog e la sua gloriosa invenzione in questo episodio di “The Ripple Effect” su Red Bull TV.

Gary Numan, “Are ‘Friends’ Electric?”

Gary Numan era un punk rocker quando entrò in studio per registrare l’album di debutto della sua band (Tubeway Army). Ma in un angolo dello studio trovò un Minimoog e si convertì immediatamente. Fu il secondo album di Numan, “Replicas” del 1979, in cui la sua nuova e audace visione del synth si mise davvero a fuoco.

Kraftwerk, “Autobahn”

Ovviamente i pionieri tedeschi del robot-pop sarebbero stati fan dell’invenzione di Moog! Il Minimoog è il motore di questo piacevole viaggio di 23 minuti lungo le autostrade della Patria – un dolce sguardo al futuro e un successo mondiale.

New Order, “Blue Monday”

I miserabili di Manchester hanno fatto una svolta nel disco-pop estatico con questo banger del 1983. La linea di basso è stata fatta usando un Moog Source e un sequencer Powertran fatto in casa che Bernard Sumner aveva costruito da solo.

Nine Inch Nails, “Head Like a Hole”

Trent Reznor ha usato synth Moog fin dalla registrazione dei demo per “Pretty Hate Machine” del 1989 e una volta ha affermato che il marchio è “parte del vocabolario di come arrangio la musica”. Quando la Moog decise di riportare in auge il Minimoog Model D dopo 30 anni di assenza, Reznor fu uno dei primi a mettere le mani sul nuovo synth.

Donna Summer, “I Feel Love”

Il gigante italiano della disco Giorgio Moroder era un grande sostenitore del Moog, e lo strumento è proprio al centro di questo successo disco del 1977, completamente sintetizzato, che ha prodotto e scritto. All’epoca, Brian Eno disse che era “il suono del futuro” – e naturalmente aveva ragione.

Parliament, “Flash Light”

Bernie Worrell, maestro dei tasti dei Parliament/Funkadelic, sentì per la prima volta il Moog nelle mani del defunto re del prog Keith Emerson. Poi ne fece una parte fondamentale del suono dei Funkadelic. Si dice che la linea di basso di “Flash Light” sia stata suonata su tre o quattro sintetizzatori Minimoog collegati.

Portishead, “SOS”

Il classico “Dummy” del gruppo rock sperimentale inglese del 1994 è stato realizzato principalmente con un synth Roland, ma Adrian Utley si è procurato un Minimoog per il loro secondo LP, sostenendo il suono “enorme” dello strumento. Ascoltalo nella loro affascinante cover di “SOS” degli ABBA qui sotto.